Flora

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L’elenco delle specie vegetali del Mediterraneo (la flora Mediterranea) comprende tra 25000 a 30000 - ca. 10% delle specie del mondo, più della metà di quali sono considerate endemiche (specie esclusive dell’area).

Il Mediterraneo è considerato uno dei luoghi sulla terra più importante per la biodiversità – uno dei 25 biodiversity hotspots (punti caldi)

(Médail F., Quézel P. 1999. Biodiversity hotspots in the Mediterranean Basin: setting global conservation priorities. Conservation biology 13(6): 1510-1513.)

In questa sezione del sito sono descritte le specie vegetali presenti nella flora Mediterranea impiegate nelle produzioni di Naturextra.

PIANTA OFFICINALE - Pianta impiegata nelle officine farmaceutiche per produrre specialità medicinali. Sono specie catalogate da organi ufficiali e sono in numero minore rispetto a quelle medicinali perché devono rispondere a particolari requisiti ed essere ben definite dalla Farmacopea Ufficiale. Le PIANTE MEDICINALI sono organismi vegetali che contiengono in uno o più dei suoi organi sostanze che possono essere impiegate a scopo terapeutico o come precursori in emisintesi chemiofarmaceutiche.

 

La NOMENCLATURA BOTANICA è basata su principi e regole sviluppate e adottate nei Congressi Internazionali di Botanica. Tutte le regole sono scritte nel Codice di Nomenclatura Botanica. Gli scopi sono di fornire un nome corretto per ogni taxon. Le regole di nomenclatura sono suddivise in articoli che sono obbligatori e raccomandazioni che sono facoltative. I nomi presenti nel sistema di nomenclatura usato oggi sono scritti in latino o sono latinizzati indipendentemente dalla loro origine. L’uso del latino deriva dal Medioevo, in quanto è stata la lingua in cui venivano scritte all’epoca tutte le pubblicazioni botaniche. Nel 1753 con Species plantarum di Linneo si afferma il sistema binomiale. Il nome del genere e l’appellativo specifico formano il binomio chiamato nome della specie. Il nome scientifico completo deve essere seguito da un terzo elemento cioè il nome della persona o le persone che hanno descritto la specie. Per esempio il mirto viene scientificamente chiamato Myrtus communis Linnaeus, dove Myrtus è il nome del genere, communis è l’appellativo specifico e il nome dell’autore è Linnaeus. Il nome dell’autore viene spesso abbreviato, nel caso di Linnaeus in L. Perciò il corretto nome scientifico del mirto sarà Myrtus communis L.

 

ESTRATTI DELLE PIANTE - cosa sono e come si ottengono

 

La Farmacopea Ufficiale definisce gli estratti "preparazioni concentrate, liquide, solide o di consistenza intermedia, ottenute generalmente da materie prime vegetali o animali essiccate con solventi idonei ad asportare i principi attivi ".

Le tecniche estrattive applicate a materiale di natura vegetale, sono impiegate non tanto per ricavare il principio attivo puro, quanto per ottenere una forma più pratica e stabile, eliminando dalla droga certi componenti indesiderati. Le attuali tecniche di estrazione solido-liquido sono essenzialmente basate sulla diffusione e l’osmosi secondo il principio che: se una matrice solida contenente del materiale estraibile, viene immersa in un liquido, quest’ultimo inizia ad arricchirsi di determinate sostanze chimicamente affini. Il contatto tra il solvente e la droga, infatti, per un tempo variabile, a seconda delle caratteristiche morfologiche della droga, permette ai metaboliti secondari di diffondere all’interno del solvente di estrazione.  Il solvente, infatti,  penetra nelle cellule, le rigonfia e le rompe portando in soluzione i princìpi attivi, ma questi possono anche fuoriuscire dalle cellule intatte per semplice diffusione passiva.

 

Sono ottenuti a partire da droghe vegetali fresche o più comunemente essiccate, mediante idonei processi di estrazione, in modo che contengano la stessa quantità di princìpi attivi presente nella droga di partenza, quindi sono concentrati sotto vuoto.

A seconda del solvente impiegato, gli estratti vegetali si classificano in acquosi, idroalcolici, alcolici ed eterei. Indipendentemente dalla scelta del solvente, la sua eliminazione, fino alla concentrazione prescritta, dev'essere realizzata con procedimenti atti a preservare il principio attivo (generalmente temperature comprese fra 50-60 ºC). A seconda del rapporto tra estratto e solvente di estrazione residuo (dopo concentrazione) gli estratti si classificano come:

 

Le principali tecniche estrattive differiscono tra loro per la temperatura di esercizio e si classificano in:

·         macerazione: temperatura ambiente

·         digestione: poco al di sopra della temperatura ambiente (per l’acqua 40 – 50 gradi)

·         infusione: la droga (fiori, foglie, parti erbacee) viene immersa in acqua bollente e lasciata raffreddare (tipo preparazione domestica del tè). La concentrazione degli infusi richiede da 1 a 10 parti di droga per ottenere 100 parti di infuso

·         decozione: la droga opportunamente tagliata viene posta a contatto con l’acqua e portata a ebollizione, mantenendola in questo stato per almeno 10 minuti. La concentrazione dei decotti richiede solitamente 5 parti di droga per ottenere 100 parti di decotto

 

Nel caso in cui si voglia separare da una matrice solida, come i vegetali, i composti più facilmente volatili (le essenze da cui il nome di oli essenziali), viene utilizzata la distillazione in corrente di vapore. Le sostanze volatilizzate per azione del vapore d’acqua e fatte condensare in un refrigerante ad acqua, sfasano dal solvente formando una soluzione immiscibile con esso, da cui possono essere recuperati facilmente. In genere gli oli essenziali sono costituiti da composti aromatici, poco polari come terpeni, polifenoli o alcaloidi non polari. L’acqua di distillazione (idrolato) lega in forma di soluzione una piccola quantità di oli eterici e viene caricata di sostanze con delle forti doti farmaceutiche, cosmetiche e aromaterapeutiche.

 

ALCUNE DEFINIZIONI UTILI:

droga - dal tedesco “trocken”, che vuol dire secco, consiste in una pianta o in una determinata parte di una pianta (foglia, fiore, tutta la parte che affiora dal suolo, la radice, il frutto, ecc.) in cui è maggiore la quantità di principi attivi. Viene raccolta nel periodo conveniente della stagione (tempo balsamico), sottoposta o meno ad opportuni processi di essiccamento e frantumata per essere conservata.

 

principio attivo - molecola che, introdotta nell’organismo, è in grado di produrre modificazioni di una o più funzioni della cellula vivente come conseguenza di azioni chimiche o chimico-fisiche.

 

fitocomplesso entità biochimica complessa che rappresenta l’unità farmacologica integrale della pianta medicinale. Le operazioni di preparazione delle forme farmaceutiche ottenibili dalle piante medicinali, devono mirare a conservare intatto il “fitocomplesso”.

 

sinergia fitochimica - si manifesta nella droga per la presenza di molte altre molecole che singolarmente non sono dotate di specifica azione farmacologia, ma interagendo con il principio attivo ne modulano l’attività farmacologia ed interferiscono con la sua farmacocinetica.

 

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 
 
 
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