Ficus carica

Natura

Ficus carica

Ficus carica L.

Sinonimi: Dalla Goccia, Napoletano, Dal Miele, Calabrese, Ottato, Bianco, Gentile, Regina, Binello, Binellone, Buttada, Dattarese

Colore epidermide: verdastro

Forma fòrniti: piriforme, a coppie nelle ascelle delle foglie (Binello)

Forma foglia: 3-lobata, 5-lobata o intera a seni corti

Fruttificazione: bifera

Maturazione

fòrniti: 10 agosto - 30 settembre

Peso fòrniti: 45gr

Distribuzione: ITALIA

Note:

 

Albero grande di media vigoria portamento aperto con foglie intere trilobate e pentalobate con seni interlobari poco profondi. E’ una varietà partenocarpia, in cui cioè la maturazione dei frutti avviene anche se non è avvenuta la fecondazione. La produzione di fioroni è scarsa e presente soprattutto nelle annate con inverni miti. Il fiorone ha forma piriforme o ovoidale, buccia verde giallastro, ostiolo aperto, polpa rosa sfumata di viola consistente ed aromatica. I fòrniti (fichi) sono prodotti tra agosto e settembre con forma a trottola o ovoidale ostiolo semiaperto con brattee aperte, buccia giallo verdastro polpa ambrato chiaro o rosa succosa con consistenza molle aromatica, sapore dolce mielato molto apprezzato dai consumatori. Varietà adatta all’essiccazione.

Nella provincia di Cosenza, probabilmente introdotta al tempo della Magna Grecia, la coltivazione del fico, noto come fico dottato (ottato) è documentata fin dal '500. Questa qualità di fichi, è considerata tra le migliori ottenendo il DOP nel 2011. Fico, in latino ficus, che corrisponde al greco sykon, è una parola d’origine probabilmente dell’oriente da cui proviene la pianta. Altri autori non accettano la radice sykon e optano per il greco phyo = produco, a causa della fecondità di questa pianta; altri ancora pensano all’ebraico phag, che ha lo stesso significato

 

Etnobotanica

Nell’Antico Testamento è riportato che Adamo ed Eva, per coprire le proprie nudità a causa della vergogna che il peccato determinò, staccarono alcune foglie di fico; successivamente insieme con la vite, divenne simbolo non soltanto di fertilità, ma anche di vita gioiosa nel regno messianico. Ficus Ruminalis, ad quam eiecti sunt Remus et Romulus  (Tacito, Annales, XIII, 58) - Il fico ruminale (in latino: ficus ruminalis) fu, secondo il mito della fondazione di Roma, l'albero di fico selvatico nei pressi del Tevere sotto il quale Romolo e Remo furono allattati dalla lupa (e che secondo Livio si chiamava anche Romulare dal fondatore della città di Roma).

Oltre ad essere una pianta ricorrente nella mitologia e nella religione, il Fico è stato usato, nei secoli, anche nella Medicina popolare. Il lattice contenuto nelle foglie era considerato un ottimo rimedio per la cura e l'eliminazione delle verruche. Si usavano i falsi frutti, le foglie e le gemme dei giovani rami. I frutti sono molto nutrienti ed energetici per l'alto contenuto zuccherino e di mucillagini. Per questo vengono usati come lenitivi, decongestionanti, costrittivi, tonificanti, rinfrescanti, ecc. Anche il decotto di fichi essiccati ha proprietà emollienti e lenitive; i fichi secchi, dopo una lunga decozione, venivano usati come coadiuvante della terapia farmacologica, su foruncoli, paterecci, ascessi, di cui favoriscono la maturazione e la risoluzione.

 

Fitochimica ed attività

La valutazione dell’attività biologica e del conseguente ruolo dermocosmetico delle piante richiede l’analisi di fenomeni molto complessi. Primo tra tutti l’ esplorazione fitochimica e biologica delle specie vegetali come fonti di molecole attive e di nuovi meccanismi d’azione. In cosmesi il fico è tradizionalmente usato per l’alto contenuto di zuccheri (e di conseguenza alta proprietà idratante),  vitamine (A, B, B2, PP, C) e minerali  (ferro, calcio, cromo e magnesio, etc.). Il lattice, in virtù del suo contenuto in proteasi, enzimi che riescono a dissolvere la cheratina, ha proprietà proteolitiche per cui viene adoperato per eliminare calli, duroni, verruche e macchie della pelle.

Recenti studi (4) effettuati presso il Dipartimento di Farmacia e SSN dell’Università della Calabria, su Ficus carica L. cult. dottato hanno dimostrato che nell’estratto sono presenti, inoltre, tre importanti classi di composti -  Polifenoli, Acidi grassi e Steroli che ne caratterizzano la composizione chimica (markers fitochimici) e ne influenzano l’attività biologica:

POLIFENOLI: Gli Acidi fenolici (acido clorogenico e caffeoilchinico) e i Flavonoidi (flavoni, flavonoli e antocianine) sono sostanze dotate di un elevato potere antiossidante in grado di neutralizzare i radicali che si liberano durante i processi metabolici o per azione degli agenti esogeni. I radicali liberi arrecano consistenti danni alle strutture lipidiche e proteiche delle cellule, contribuendo all’invecchiamento dell’organismo e della pelle (formazione di rughe e alterazioni fisiologiche della cute).

ACIDI GRASSI: L’estratto idroalcolico (etanolo al 70%) presenta una interessante quantità di composti lipofilici tra cui gli Acidi grassi (acido esanoico, acido Pentadecanoico, acido Palmitico,  acido Myristico, acido Linoleico, acido Stearico, acido Oleico). Inseriti nel modo giusto all’interno di un cosmetico, gli acidi grassi, contribuiscono a mantenere la corretta idratazione della pelle e svolgono un’importante azione rivitalizzante anti-age.

STEROLI: I Fitosteroli presenti nell’estratto di Ficus carica sono principalmente Campesterolo, Stigmasterolo, beta-Sitosterolo, alfa-Amyrina, Taraxasterolo, Moretenolo. Nella cosmesi sono impiegati in quanto possiedono ottime proprietà dermofile ed emollienti. Il fatto di possedere attività ipocolesterolemizzante e ipolipidemizzante, ha indirizzato la loro applicazione nei prodotti liporiducenti e anticellulitici. Infatti è stato dimostrato che i fitosteroli vengono accumulati nella pelle andando ad integrarsi con i lipidi epidermici. Il loro utilizzo in cosmetica è anche importante dal punto di vista tecnologico, in quanto possono essere impiegati sia come modificatore reologico (della fluidità del prodotto) che stabilizzante.

 

 
 
 
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